Dal 15 ottobre i lavoratori saranno obbligati a esibire il green pass per effetto dell’ultimo decreto del governo, sia nel pubblico che nel privato, pena il mancato pagamento dello stipendio e una sanzione salata.
Ma a rischiare sono anche i datori di lavoro, che hanno il compito di controllare – anche se a campione – e di individuare una figura responsabile delle verifiche.
Cos’è e come scaricare il Green pass
Il Green Pass è un documento che nasce per facilitare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell’Unione europea durante la pandemia.
Attesta di aver fatto la vaccinazione, o di essere guariti dal Covid, o di essere negativi al test (tampone molecolare, tampone antigenico rapido, test molecolari su campione salivare per fragili o bambini. Esclusi autotest rapidi, test antigenici rapidi su saliva e test sierologici).
La certificazione contiene un QR Code che permette di verificarne l’autenticità e la validità. Può essere cartacea o digitale.
Il green pass si ottiene in caso di vaccinazione (si riceve subito dopo la prima dose), nei casi di tampone antigenico o molecolare (anche salivare molecolare) negativo (la certificazione avrà validità per 48 o 72 ore dall’ora del prelievo), nei casi di guarigione da Covid-19.
La verifica delle certificazioni verdi Covid-19 in Italia prevede l’utilizzo dell’app nazionale VerificaC19, installata su un dispositivo mobile. L’applicazione consente di verificare l’autenticità e la validità delle certificazioni senza la necessità di avere una connessione internet e senza memorizzare informazioni personali sul dispositivo del verificatore.
L’applicazione VerificaC19 è conforme alla versione europea, ma ne diminuisce il numero di dati visualizzabili dall’operatore per minimizzare le informazioni trattate. VerificaC19 permette anche il controllo dell’Eu Digital Covid Certificate emesso da altri paesi europei.
L’App VerificaC19 è gratuita e può essere scaricata da Appstore e Playstore.
Per verificare la certificazione con VerificaC19 è necessario seguire i seguenti passi
1) il verificatore deve richiedere la certificazione all’interessato, che mostrerà il relativo Qr code (in formato digitale oppure cartaceo).
2) L’app VerificaC19 scansiona il Qr Code, ne estrae le informazioni e procede con il controllo.
3) L’App VerificaC19 applica le regole per verificare la certificazione, fornendo tre possibili risultati:
– schermata verde: la certificazione è valida per l’Italia e l’Europa;
– schermata azzurra: la certificazione è valida solo per l’Italia;
– schermata rossa: la certificazione non è ancora valida o è scaduta o c’è stato un errore di lettura.
I titolari accertano la validità della certificazione.
La lettura del Qr code non rivela l’evento sanitario che ha generato la certificazione (tampone, vaccino o guarigione). Le uniche informazioni personali visualizzabili dal verificatore saranno quelle necessarie ad accertare la validità della certificazione. La verifica non prevede la memorizzazione di alcuna informazione riguardante il cittadino sul dispositivo del verificatore.
Quali sono le sanzioni per i lavoratori che non hanno il green pass
Il decreto legge che inserisce l’obbligo di green pass per i lavoratori a partire dal 15 ottobre prevede assenza ingiustificata e mancato pagamento dello stipendio per chi non lo ha. In pratica chi si presenta al lavoro senza la certificazione verde si vedrà decurtato lo stipendio e quella giornata verrà considerata come se non ci si fosse presentati. Inoltre, nel caso in cui si entri in ufficio o sul posto di lavoro senza green pass, può scattare una sanzione che va dai 600 ai 1.500 euro.
I rischi per gli imprenditori che hanno l’obbligo di controllare
A verificare che i lavoratori abbiano il green pass devono essere le aziende, che dovranno individuare un responsabile del controllo. Se non viene rispettata la norma e non vengono effettuate le verifiche gli imprenditori rischiano una sanzione tra i 400 e i 1.000 euro.
Su questo punto, però, è già arrivato un ulteriore chiarimento del governo: “In caso di accertamento da parte delle autorità, se un dipendente viene trovato senza green pass, nulla può essere contestato all’azienda se i controlli a campione sono stati effettuati nel rispetto di adeguati modelli organizzativi”. Insomma, c’è un protocollo da rispettare per quanto riguarda i controlli a campione. Se le aziende lo seguissero ma, nel corso di un controllo delle forze dell’ordine o degli ispettori del lavoro, alcuni dipendenti risultassero sprovvisti di green pass, non ci sarebbe nessuna conseguenza per gli imprenditori “a condizione che i controlli siano stati effettuati nel rispetto di adeguati modelli organizzativi come previsto dal decreto legge 127 del 2021”.
Resta il distanziamento in azienda, malgrado il green pass
Il green pass non fa venire meno le regole di sicurezza previste dalle linee guida e dai protocolli vigenti.
Green pass per il libero professionista
Il libero professionista, quando accede nei luoghi di lavoro pubblici o privati per lo svolgimento della propria attività lavorativa, « viene controllato dai soggetti previsti dal decreto-legge n. 127 del 2021», ossia dai datori di lavoro.
Il titolare dell’azienda che opera al suo interno «viene controllato dal soggetto individuato per i controlli all’interno dell’azienda».
Niente green pass per chi lavora sempre in smart working
Palazzo Chigi chiarisce anche che chi lavora sempre in smart working non dovrà avere il pass, che «serve per accedere ai luoghi di lavoro.
In ogni caso – aggiunge però – lo smart working «non può essere utilizzato allo scopo di eludere l’obbligo di green pass».